La verità RIVELATA su Antonio Stradivari
Già
nel gennaio del 1929 sulla rivista mensile illustrata Brescia ( ANNO VII) Don Romolo Putell, parroco di Breno, alla luce di sue ricerche e riferndosi alla notizia di un
frate cremonese che avrebbe trovato documenti in un vecchio armadio adombrava l’ipotesi che Antonio Stradivari fosse nato in Valle Camonica.
Pur non essendo riuscito a documentare alcuna presenza
del cognome Stradivari nei vari registri delle anime nei comuni camuni sosteneva la possibilità che il padre Alessandro avesse per vari possibili ragioni “ trasmigrato il cognome nativo “ assumendo quindi la nuova identità.
La recente scoperta di una biografia del frate che confessava negli ultimi anni della sua vita il grande maestro cremonese da invece ragione all’ipotesi di un collegamento con la Valle Camonica, da cui sarebbe
stata originaria appunto la madre.
Nel documento si afferma infatti che il grande liutaio nacque a Cremona a causa del parto prematuro per il grande caldo di quel giorno e del viaggio molto faticoso
dalle montagne bresciane dove ovviamente era originaria o dove la famiglia dimorava.
E sarebbe così spiegato il fatto di definirsi correttamente "cremonensis” anche se nella parrocchia
di San’Agostino nella cui piazza avvenne la nascita improvvisa proprio nella giornata centrale di quel torrido mese di agosto non si sono trovati documenti del battesimo, che potrebbe essere stato comunque celebrato alcuni giorni dopo anche in altra
parrocchia della città.
La data esatta la scriverò sul libro ( sempre che riesca ad uscire da questa terribile esperienza ed a pubblicarla ) unitamente ai segreti di bottega anch'essi
ritrovati di recente tra cui le note con cui Stradivari pagava i suoi allievi e le bozze delle lettere inviate ai grandi della terra del suo periodo, con le annotazioni delle varie spedizioni.
E anche
qui notizie clamorose e affermazioni e certezze spazzate via tanto da dover necessariamente riscrivere quasi completamente la storia della liuteria cremonese.
Come la presenza in bottega di Giovan
Battista Guadagnini, che vari studiosi davano per assolutamente falsa, ma quella ancor più clamorosa dell’altro più grande liutaio cremonese accanto ai figli Omobono e Francesco.
Quindi
ancora una importantissima precisazione . Il conte Cozio di Salabue NON AVEVA assolutamente MENTITO anche se aveva scritto di suo pugno gli appunti sulle etichette dei violini perche' non faceva riferimento alle date della costruzione dei violini come molti
hanno creduto.
E anche in questo caso si spazzano via libri, scritti , sicure affermazioni, supposizioni .
Poche note queste che il periodo
e la possibilità di non poter portare a termine la pubblicazione mi spinge a divulgare
MA SICURAMENTE DI ENORME IMPORTANZA e che spero di poter dare alle stampe se ..tutto andrà
bene
Guaneri del gesu' Una tesi plausibile
MALFORMAZIONE O MALATTIA GENETICA O SCLEROSI MULTIPLA ?
La tesi secondo la quale Giuseppe Bartolomeo Guarneri sarebbe il grande
Giuseppe Guarneri del Gesù mi ha da sempre lasciato perplesso non certo e non solo per quanto scritto sul grande liutaio "maledetto' da antichi storici della liuteria da Fetis a Varga, De Picolellis , ecc ecc sino a Santoro, non solo perché è
di difficile comprensione il fatto che tutti i membri della famiglia ( anche quelli che lavorarono a Venezia ) erano sostenuti e aiutati dai Carmelitani Scalzi come dimostra la dicitura nel loro cartiglio " Sub titolo Sanctae
Teresiae " mentre il del Gesù veniva aiutato dai Gesuiti come è evidente dalla scritta " IHS" inserita nell 'etichetta.
Inoltre il lavoro di Guarneri del Gesù evidenzia caratteristiche
molto diverse non solo rispetto ai suoi presunti familiari ma anche relativamente a tutti gli altri liutai cremonesi.
Tutti questi motivi ed anche altri per la verità mi portavano alla conclusione che non appartenesse alla famiglia
di Andrea Guarneri ( d'altronde anche oggi Guarneri è un cognome abbastanza diffuso a Cremona ) .
Da qui anche la mia convinzione che ci fosse .....un fondo di verità riguardo alla leggenda dei violini della serva, a quella
dei violini della prigione , sul suo carattere irascibile, scostante, " maledetto" come avrebbero dimostrato le sue opere ed il "Cannone" in particolare appartenuto a Paganini
Studiando la sua produzione si evidenzia certamente un suono
notevole, potente , eccezionale ma anche una lavorazione non accurata, con alcune difficoltà stilistiche e non armoniose.
Da valutare infine che costruì solo violini e viole e che la scultura delle sue chiocciole maschia
e geniale non evidenzia però la bellezza e l'armonia della scuola cremonese .
Molto interessante a questo punto la tesi di una liutaia tra le migliori oggi in Italia la cremonese Elisabetta Giordano secondo la quale Guarneri
del Gesù aveva qualche difficoltà nella manualità che avrebbero determinato l' impossibilità di costruire strumenti di notevoli dimensioni come i violoncelli e di scolpire le chiocciole in maniera armoniosa
Si
spiegherebbe così anche la diversità del suo lavoro anche se certamente valido e geniale ma sicuramente lontano come detto dalle caratteristiche della svuota cremonese
E perché non pensare allora che il grande Guarneri
del Gesù non fosse affetto da qualche malformazione oppure da una malattia congenita magari degenerativa come ad esempio la sclerosi multipla ?
GUALTIERO NICOLINI
Dipingere la musica: la sfida di Luca Ciuffoletti
TOKYO - Tradurre il linguaggio musicale in arti visive. È la sfida che Luca Ciuffoletti, violinista e compositore, ha deciso di intraprendere
in modo quasi ossessivo, lasciando l'attivita concertistica e i riflettori del pubblico per realizzare opere pittoriche concettuali strettamente legate alla musica: vere e proprie visioni di note e partiture, in cui la forza espressiva è data dalla
fusione tra elementi logici e matematico-geometrici, con elementi istintivi.
Da alcuni anni Ciuffoletti si è isolato nel suo “buon retiro” vicino a Tokyo, scrivendo poesie e maturando una sua personale filosofia che l'ha portato a
riflettere sul suo approccio verso la musica, alla ricerca di un nuovo linguaggio artistico. «Il mondo del palcoscenico è ricco di contraddizioni - dice - La vita isolata all'interno del proprio studio, spesso in uno stato di meditazione, è
la via migliore per esprimere se stessi in modo più sincero e convincente. Così ho deciso di cambiare, quasi all'improvviso. E dedicarmi a una vita più meditativa e di introspezione. Per cercare la possibilità di esprimere aspetti
più intimi e nascosti della musica, che non è possibile esprimere appieno in un concerto».
«Nel momento in cui ero alla ricerca di un nuovo linguaggio artistico, la scelta sulle arti visive è stata naturale – prosegue
Ciuffoletti - Una grande influenza ha avuto il fatto di essere cresciuto in un ambiente di artisti. I genitori non erano musicisti, ma la mamma è tutt'ora una grande pittrice, il papà era scultore ed esperto di arte: un ambiente familiare fatto
di colori e di tante discussioni sull'arte».
Per lui (abruzzese, nato nel 1963) si tratta dell'evoluzione di un percorso esistenziale incentrato fin da giovanissimo sulla musica, attraverso un solido curriculum di studi e perfezionamenti (Conservatorio
di Napoli, Accademia S. Cecilia di Roma, Accademia Chigiana di Siena) seguito da una carriera in tutto il mondo tra orchestre e concerti di musica da camera, con l'aggiunta di esperienze didattiche e organizzative (ad es. eventi musicali tra Italia e Giappone
e progetti editoriali) .
Tutto questo è alle spalle: ora – oltre a dedicarsi alla composizione - ha elaborato in astratto una filosofia della musica in immagini e in concreto cinque serie di dipinti - un centinaio di opere - di cui illustra
i vari livelli di lettura agli interlocutori con lunghe dissertazioni.
Ciuffoletti considera Bach la sua guida spirituale e si è dedicato a dare forme pittoriche sopratutto alle note del grande musicista tedesco del periodo barocco. «L'essenza
del progetto è l'idea di realizzare disegni e quadri da una partitura e dagli elementi emozionali che vi si ritrovano - spiega - Il secondo elemento è quello di una contemporaneità nell'esecuzione: tutti i lavori sono realizzati durante
l'ascolto musicale e il tempo di evoluzione del disegno è lo stesso della composizione. Il terzo elemento - punto centrale che a me interessa esplorare - è l'interazione tra impulso sonoro e traduzione della mente in gestualità e segni
grafici: deve avvenire con una mente naturale, spontanea, completamente identificata con l'oggetto, senza elementi estranei».
I suoi lavori - dalla prima alla quinta serie - evolvono dalla logica verso l'istinto. Le prime opere sono molto complesse,
ricche di regole matematiche ed elementi geometrici ben definiti. Man mano che si procede verso le sequenze successive, «la mente diventa più spontanea: le opere cambiano e si fanno in un certo senso si fanno più semplici e più astratte».
A volte vengono aggiunte soluzioni cromatiche o altri elementi che creano una atmosfera un po' aliena, a sottolineare la natura metafisica e universale delle composizioni di Bach.
L'artista abruzzese ha presentato i suoi lavori in un evento a Roppongi
Hills a Tokyo, in attesa di una serie di mostre che da aprile alla fine di luglio 2017 terrà in varie località italiane: Cremona (21-30 aprile), Bologna (1-10 maggio), Guardamiglio (12-14 maggio), Roma (19-21 maggio) Napoli (22-29 maggio) , Rende
(1-15 giugno), Sesto Fiorentino (18 giugno-9 luglio) e Catania (11-20 luglio), Grosseto 1- 10 agosto 11- 16 agosto Avezzano 17-30 agosto Venezia organizzate principalmente dall'Anlai (Associazione Nazionale Liuteria Artistica Italiana)
con il professor Gualtiero Nicolini.
Folto pubblico e grande successo al concerto dell'unica viola intagliata del mondo. Una prima assoluta. Il famoso musicista Marco Traverso ha suonato
il prezioso strumento del maestro cremonese Giorgio Piacentini: "Serata meravigliosa, il pubblico ascoltava impietrito"
CREMONA - Un concerto storico. Atteso da giorni. Unico nel suo genere. Che ha attirato
l'attenzione di esperti e appassionati. E' stato promosso dai media locali e nazionali, con lanci di agenzie, articoli di presentazione su siti specializzati e testate nazionali.
Un vero e proprio successo l'esibizione di Marco Traverso membro del CDN ANLAI venerdì 7 febbraio a Napoli
con la viola intagliata dall'artigiano cremonese Giorgio Piacentini. Tra le 20.30 e le 22.30 il famoso musicista campano ha suonato in anteprima mondiale il prezioso strumento realizzato dal maestro della città del Torrazzo.
Dal palco allestito al centro dell'affollata Basilica di San Giovanni
Maggiore (tutto esaurito, settecento posti a sedere), la viola ha sbalordito il pubblico con un primo tempo della Suite di Bach. "La viola riempiva l'intera basilica", è stato il commento a caldo dei presenti.
Al termine del concerto, gli spettatori si è trattenuti nella chiesa per ammirare lo strumento ad arco
scolpito in ogni sua parte, anche nelle fasce, mentre la tastiera è intarsiata con legni differenti.
Tutti si sono congratulati con il maestro Traverso per l'iniziativa, moltissimi hanno voluto conoscere di persona lo scultore Piacentini, accolto nel capoluogo campano come se fosse una star.
TRAVERSO: "UNA SERATA MERAVIGLIOSA"
"Una serata meravigliosa. Ricca di emozioni - racconta
il maestro Traverso - Non ci sono stati cali di attenzione. La gente seduta ascoltava impietrita. Abbiamo suonato brani che parlano al cuore".
Nel concerto del “Nino Rota Cello Ensemble” undici violoncelli hanno accompagnato il solista Traverso tra melodie di Vivaldi, Offenbach, Piovani,
Rota, Trovajoli e Piazzolla. L'evento è stato promosso dall'Anlai, associazione nazionale presieduta da Gualtiero Nicolini che diffonde la conoscenza della liuteria in Italia e nel mondo.
Numerose le autorità presenti, dagli assessori alla Cultura del Comune e della Provincia di Napoli al presidente
dell'Ordine degli ingegneri, che ha in gestione la basilica.
Entusiasta il pubblico, come racconta il
maestro violista: "Ad
ogni inizio brano una meraviglia - dice Traverso - la gente si scambiava occhiate stupite. Erano sbalorditi per queste colonne sonore suonate in una versione così diversa, nuova, con viola e violoncelli".
"UN SEGNALE DI RINASCITA: LA BELLEZZA ESISTE"
Dal palco l'orchestra di archi ha proposto le colonne sonore di Mino Rota, tutti
i film di Fellini, una "struggente esecuzione di Profumo di donna di Trovaioli", Nuovo Cinema Paradiso di Morricone, Il Buono, il brutto e il cattivo, ("bellissimo - spiega Traverso - i violoncelli battevano il tempo richiamando il movimento del cavallo"),
Mission, un omaggio a Troisi con il Postino, prima del quale è stato mandato un audio con una poesia di Benigni. Tra i brani anche una poesia di Pasolini sulle periferie declamata da Gassman.
"Un'iniziativa culturale che ha toccato il cuore della gente - spiega Traverso -
Vogliamo
portare la musica nelle case di tutti, dare un segnale di rinascita, dire che la bellezza esiste".
Al centro la riscoperta della viola in quanto strumento, dotato di "un suono caldo, capace di accarezzare l’anima delle persone".
MARCO TRAVERSO. LA BIOGRAFIA
Nato a Napoli, classe 1970 Marco Traverso inizia giovanissimo lo studio del violino presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli
e della viola sotto la guida del Maestro Giusto Cappone (I viola della Filarmonica di Berlino) conseguendo il Diploma di viola e di violino; studia Direzione d’Orchestra con il Maestro Massimo Pradella.
Ricercatore e studioso di liuteria nel 2004 pubblica “Il
Segreto” per il quale A.L.I. (Associazione Liutai Italiani) lo nomina Socio onorario ed esperto per gli strumenti ad arco per l’Unione europea. Collabora per 13 anni con il Teatro Bellini di Catania, con l’Opera di Roma, con l’Orchestra
da Camera di Bologna, con il Teatro Romano di Fiesole, con il Teatro Bellini di Napoli, con il Rendano di Cosenza, con l’Orchestra Archi di Roma, con l’ Orchestra da camera di Colonia esibendosi da solista in Italia ed all’estero.
Nel
2004 inizia una collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, curando le manifestazioni musicali.
Tiene corsi annuali di viola presso l’ Istituto Grenoble di Napoli, presso l’Associazione Santa Cecilia di Catania. Nel giugno 2005 realizza con il Maestro Bruno Canino
pianista e compositore tra i più apprezzati al mondo, un video musicale per la Presidenza della Repubblica. Dal 2005 si dedica alla musica da camera esibendosi in duo con Bruno Canino ed insieme nel 2006 realizzano per Avm Classic il Cd ‘’Il
Risveglio dell’anima’’: da quel momento dedica la vita alla divulgazione ed alla cultura della viola, proponendone lo studio anche nelle scuole.
Nel 2007 per i 150 anni dell’Ordinariato Militare esegue a Roma un concerto alla presenza di Papa Benedetto XVI
e per le più alte cariche dello Stato Italiano, l’evento viene registrato e pubblicato in Cd.
L’incontro a Zurigo con il Maestro Rostropocich che commenta “un vero suono italiano …” segna positivamente il suo cammino musicale. Suona con: AWeissenberg,
Montserat, Caballè, P.Amoyal, A.Lombard. B.Bartoletti, C.Rossi. M.Melato. E.Jannacci.
Vince l’International Gold Recording (il disco d’oro) che l’Avm Classic decide di assegnargli per aver prodotto una grande quantità di musica inedita per viola.
L’arte
del suono: il mestiere del liutaio
Rimini,
Museo della città
18 maggio - 16 giugno 2013
Mostre
“ Strumenti musicali nella pittura del Seicento” capolavori di autori lombardi
“
Floriano Bodini (scultore): “ Antonio Stradivari bambino” Studio medaglioni
e bozzetto per la statua di Stradivari di Cremona “
“ La costruzione del violino “
(fasi processo costruttivo, Liutai Migani -Rimini)
“ Strumenti ad arco: Autori di scuola emiliano romagnola “ (Collezioni Private)
“ Dal violino bastone alla scatola sonante “ ( Collezione
Maggi Cremona )
“ Gli archi da Arturo Fracassi a Giovanni Lucchi (Collezione Lucchi)
“ Omaggio a Primo Papini (l’archettaio di Rimini) “
“ I violini dipinti” ( Collezione M° Liutaia Ezia Di Labio )
“ I giocattoli musicali “ ( Collezione Giordano)
Filmati
“ Come nasce un violino” (Scuola di liuteria di Cremona)
“ La foresta incantata “ (Gli abeti della Forestale di Paneveggio (TN)
SAB 18 maggio ore 12
* presentazione della manifestazione
/conferenza stampa
* intervento del quartetto d’archi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali G. Lèttimi
di Rimini
* ore 17.00 Concerto Orchestra d’archi Istituto Lèttimi Rimini
DOM 19 ore 16 Inaugurazione
* Prof. Piero Gargiulo, Conservatorio L. Cherubini Firenze.
Poesia per gli strumenti, omaggio a Vinicio Gai. Incontro di studio:
“Le intavolature di liuto: tecniche tra monodia e polifonia fra il Cinquecento e il Seicento”.
* ore 18.00
Concerto: Lykke Anholm soprano, Sigrun Richter liuto
* ore 21.00 Concerto Wim Janssen/Alessandro Lupo Pasini, viola e organo Chiesa del Suffragio
(accanto al Museo) in memoria di Carlo Callisto Migani
organista riminese.
GIO 23 ore 16.30
* Conferenza Cav. Salvatore
Dugo “ Il violino Doc ANLAI “
* Conferenza Avv. Luigi Dati e Prof. Gualtiero Nicolini “ Giuseppe Fiorini (1861/1934) liutaio emiliano e la rinascita della Scuola classica della Liuteria Italiana”
* ore 21.00 Concerto M° Matteo Fedeli violino Stradivari “ex Adams Collection 1726” e M° Andrea Carcano al pianoforte.
Tempio Malatestiano (Duomo di Rimini)
VEN.
24 ore 16,00
* Conferenza Prof. Alfia Milazzo Presidente Fondazione “Citta Invisibile” (Biancavilla- CT)“ Il metodo Abreu” e Consegna Premio Anlai ai volontari della Fondazione
* On. Prof. Marina Berlinghieri (assessore cultura Comune di Pisogne, BS)
Prof. Gualtiero Nicolini Presentazione del 7° Concorso Nazionale di Liuteria di Mozzate e del 4° Concorso Internazione di Liuteria
di Pisogne
* ore 18.00 Concerto M° Cristiano Rossi per violino solo
SAB 25 ore 16,30
Conferenza “ Gli archi in liuteria “ Dott.
Massimo Lucchi - Omaggio a Arturo Fracassi e Giovanni Lucchi,
Presentazione del volume “Nell’arco di una vita” di Giovanni Lucchi.
Omaggio a Primo Papini l’archettaio di Rimini.
* Intervento musicale di allievi Istituto G. Lèttimi, Rimini coordinati
dal M° Maurizio Sciarretta
DOM 26 ore
16,30
*Incontro con il Prof. Renato Meucci, organologo Conservatorio di Novara e Università Statale di Milano; presentazione del suo libro “Strumentaio”, Fondazione Cologni, Marsilio Ed.
*
Intervento musicale allievi Istituto G. Lèttimi, Rimini coordinati
dal M° Paolo Fantini
DOM 2 giugno ore 16,30
* M° Claudio Rampini ”La vernice degli
strumenti ad arco” omaggio a Ferdinando Simone Sacconi “I segreti di Stradivari”.
* Intervento musicale di allievi dell’Istituto G. Lèttimi, Rimini coordinati dal Prof. Maurizio Sciarretta
GIO 6 ore 16.00
* Incontro con M° Avv. Cesare Gualazzini e Prof. Aldo Vianello
“La costruzione della chitarra classica”
*Concerto
“musica cucinae” testi di Pellegrino Artusi con
Aldo Vianello, chitarra e voce recitante
SAB 8 ore 16.00
*Dott. Antonio Bagnoli: Presentazione del nuovo catalogo del M° Ezia Di Labio "Violino d'Autore" 23 Autori per 25 Opere di liuteria Ediz. Pendragon.
* interventi musicali,
con i violini d’autore, di allievi dell’Istituto Lèttimi di Rimini coordinati dal Prof. Maurizio Sciarretta
DOM 9 ore 16,00
* Incontro con Antonio
Bonacchi e presentazione del suo libro
“Il violinista”
*ore 17,00 Concerto del compositore e mandolinista Alessandro Cavallucci
*ore 18.00 Concerto M° Valery
Prilipko e Gaia Danilina
Balalaica, gussly
e tastiera
DOM 16
* ore 17,30 Distretto della musica
Valmarecchia.
Concerto “Voci bianche sulla quarta corda” Coro voci bianche Rimini
l'Anlai nel 2012 ha organizzato la mostra " I Grandi Quartetti della
Liuteria " e " Omaggio a Mario Maggi" a Pisogne dal 26 settembre al 6 ottobre. Ha consegnato il Premio Anlai a Napoli al m° Marco Traverso in occasione della cerimonia di consegna del Disco d'oro e il Premio Anlai al m° Salvatore Montisanti a Ibla
( Ragusa). Ha presenziato a Catania alla cerimonia di conferimento del riconoscimento UNICEF all' "Orchestra giovanile Falcone e Borsellino" della Fondazione La Citta invisibile cui erano stati consegnati vari strumenti di liutai e collezionisti Anlai.
Analoga cerimonia si era tenuta lo scorso anno al Conservatorio de L'Aquila cui sonon stati consegnati vari strumenti raccolti in tutta italia per i giovani studenti che avevano perso i loro strumenti nel terremoto. In maggio sono state organizzate le
conferenze " Gasparo da salò architetto del suono" di Flavio da Senno ( Cremona e Pisogne), " Violin and Lute makers of Venice " di Stefano Pio e " Strumenti classici" di Florian Leonhard a Cremona, ed i concerti di
Cristiano Rossi ( violino a Cremona e Pisogne) , diell'Orchestra Bellini di Caltanissetta e del Trio Sebastiano Maria Vianello, Marco Traverso e Ninni Saladino ( violino viola e violoncello a Cremona e Pisogne, di Feja Markovich (violino
a Pisogne e Esine) di Ninni Saladino ( violoncello ) a Cemmo, di Benedict Justen ( violoncello ) a Pisogne, di Matteo Fedeli ( violino Stradivari ex Adams 1726) a Bienno, di Dominika Zamara ( soprano ) e Marc Poise all'organo
a Berzo Inferiore, di Luca Lucini ( chitarra classica) a Civitate Camuno con conferenza di Cesare Gualazzini e di Claudio Nuzzo e Diego Leveric ( due liuti) a Piancogno. Nel gennaio febbraio sono tenute le masterclass di organo nella
chiesa parrocchiale di Pisogne dei M° Arturo Sacchetti e Riccardo Favero.
PROGETTO LIUTERIA IN CARCERE
A conclusione del progetto ANLAI Guarneri del Gesù il “ Cannone”
lo strumento ad arco copia del prestigioso reperto custodito presso il Comune di Genova e che fu di Niccolò Paganini costruito nella Casa circondariale di Cremona da alcuni detenuti sotto la guida del M° Luca Bastiani, l’ANLAI presenta quest’anno
altri due progetti che saranno realizzati ancora presso la Casa circondariale di Cremona.
Il primo riguarderà la costruzione di una chitarra classica d il secondo la costruzione di una copia della viola Stauffer lo strumento ad arco della collezione
del Comune di Cremona eseguita dai fratelli Antonio e Girolamo Amati a Cremona nel 1615. Il progetto prevederà a conclusione dei 4 anni la costruzione di un intero quartetto. Nel progetto è anche prevista una conferenza nel carcere del noto avvocato-liutaio
Cesare Gualazzini che da anni si dedica alla costruzione di chitarre classiche di grande pregio e autore di un trattato molto interessante di prossima pubblicazione. La direttrice della casa circondariale di Cremona dott.ssa Ornella Bellezza sarà insignita
del Premio ANLAI 2011 nella cerimonia che si terrà a Pisogne il 18 settembre p.v. nella Chiesa del Romanino durante la premiazione delle opere vincitrici del 2° Concorso internazionale di Liuteria per strumenti antichizzati o copia di strumenti
antichi presieduto da Uto Ughi
PROGETTO LA CITTA’ INVISIBILE – ANLAI
L’ANLAI ha deciso di collaborare con un progetto che vede la presenza di liutai di chiara fama e di docenti
di liuteria per aiutare l’orchestra della Fondazione Città Invisibile, scuola di musica secondo il metodo Abreu costituitasi in Sicilia, per la formazione di alcuni giovani a supporto dell’orchestra e per il coinvolgimento di maestri liutai
che vogliano dare gratuitamente il loro contributo per la messa a punto, la manutenzione e il restauro degli strumenti dei giovani impegnati anch’essi in questo splendido progetto di recupero di giovani e giovanissimi emarginati.
PROGETTO
MONTEVERDI
L’ANLAI ha approvato la partecipazione ad un progetto con la Fondazione Centro Studi Rinascimento Musicale di Artimino impegnata in un corso triennale di formazione di giovani cantanti per opere monteverdiane. La collaborazione
si estrinseca nella presenza di alcuni maestri liutai di supporto alla realizzazione di strumenti e per l’incisione di un CD
PROGETTO IBLA
A conclusione del progetto di collaborazione con
la IBLA Foundation di New York e Ragusa dello scorso anno, non è stato possibile essere presenti a luglio alò Premio istituito dalla Fondazione italo-americana. L’acco0rdo raggiunto prevede invece la presenza dell’ANLAO il prossimo
anno con una dimostrazione pratica di giovani liutai e di maestri esperti.
CONVEGNO SU GIUSEPPE FIORINI
Nell’anniversario dei 150 anni dalla nascita del grande liutao bolognese l’ANLAI
organizzerà due convegni di studio a Cremona e a Bologn
A Napoli il 21 dicembre 2012 il presidente ANLAI Gualtiero Nicolini ha consegnato al m° Marco Traverso ( unitamente al disco d'oro che fli è stato consegnato dal Direttore
del Conservatorio San Pietro a Maiella ) il PREMIO ANLAI 2012 nella BASILICA DI SAN GIOVANNI MAGGIORE
ANLAI E UNICEF A CATANIA
Il 20 novembre alle ore 9,30 nell’Aula Consiliare dello storico Palazzo degli Elefanti, sede
del Comune di Catania, in occasione del 23° anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,
è stato presentato il Rapporto UNICEF: “Facce d’Italia. Condizioni e prospettive dei minorenni di origine straniera”.
Scopo dell’iniziativa, organizzata
dal Comitato Provinciale di Catania per l’UNICEF, in partnership con la Provincia Regionale e con il Comune di Catania, era quello di mantenere alta l’attenzione sul tema dell’inclusione
sociale e promuovere un momento di riflessione sul diritto alla non discriminazione per tutti i bambini e gli adolescenti che vivono in Italia ed in particolare per quelli di origine straniera.
Vincenzo Lorefice, Presidente del Comitato
Provinciale di Catania per l’UNICEF, ha illustrato la Campagna dell’ UNICEF: “IO come TU. Mai nemici per la pelle” mettendo in risalto il forte impegno dell’UNICEF
Italia nell’azione di pressione a livello nazionale, affinché venga riformata l’attuale legge sulla cittadinanza per i bambini e gli adolescenti di origine straniera e riconosciuto il principio di non discriminazione sancito nella Convenzione
ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata all’unanimità dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con la legge n.176/91 .
ll Rapporto è stato
illustrato da Liana Maria Daher, Docente di Sociologia presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Catania e volontaria UNICEF. All’incontro, oltre le massime Autorità
religiose, civili e militari, sono intervenute rappresentanze di scuole di ogni ordine e grado della città e della provincia, sindaci e presidenti dei consigli comunali, che hanno concesso la cittadinanza onoraria ai bambini e alle bambine
di origine straniera, nati in Italia da genitori non cittadini e ai bambini, alle bambine e agli adolescenti di origine straniera che vivono, sin da piccoli, sul territorio nazionale.
E’ seguito il corto teatrale “I colori
della cittadinanza”, a cura dell’Accademia di Arti Sceniche Odè – O.n.l.u.s. di Acireale.
Alle
ore 11, presso la
Basilica Collegiata,
diretto dal
Maestro Massimo Incarbone, ha avuto luogo il Concerto dell’
Orchestra Sinfonica Infantile “Falcone e Borsellino” della Fondazione
“La città invisibile”
– Scuola di musica per la legalità con il metodo cui ha presenziato ed è intervenuto il Presidente dell’ANLAI ASSOCIAZIONE NAZIONALE LIUTERIA ARTISTICA ITALIANA di Cremona prof Gualtiero Nicolini
6 dicembre, 2012
La liuteria di Cremona è stata riconosciuta
dall’Unesco. La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio. L’antica arte di costruzione di strumenti ad arco (violini, viole, violoncelli, contrabbassi) è ufficialmente patrimonio dell’umanità. Il Comitato intergovernativo
dell’Unesco, riunito a Parigi, ha esaminato in maniera definitiva e positiva la candidatura della tradizione liutaria cremonese come bene immateriale. La pratica era stata avviata dall’amministrazione Corada e proseguita dalla Giunta Perri. Felicissima
del prestigioso riconoscimento è l’assessore alla Cultura del Comune Irene Nicoletta De Bona: “Finalmente è arrivato questo annuncio che dà al violino di Cremona un prestigio mondiale. La valorizzazione dei violini e della
liuteria cremonese è la strada giusta per esaltare Cremona nel mondo. Il riconoscimento ha un valore importantissimo perché si rifà ai grandi liutai che hanno tracciato il percorso nei secoli. Il valore è poi proseguito con le numerose
botteghe contemporanee, con i cimili stradivariani, con la musica ed ora con il Museo del Violino, unico al mondo. Questo è il nostro marchio che ci rende unici”.
La pagina sul sito Unesco
Il maestro Giorgio Agatoni ha deciso di donare il violino nella foto all'orchestra giovanile " Falcone e Borsellino" de La città invisibile di Biancavilla aderendo all'appello ANLAI Grazie
Giuseppe Fiorini donò come ben sappiamo dopo una serie di delusioni, di incontri inutili, di speranze
andate a vuoto e di peripezie i cimeli stradivariani alla città di Cremona. Nel libro che ho scritto in occasione dei 150 anni della nascita di questo grande liutaio bolognese (cui si deve la rinascita della liuteria italiana grazie
al suo impegno, ai suoi studi, alla sua dedizione e al fatto che dedicò tutta la sua vita indebitandosi anche e comunque spendendo gran parte della sua fortuna per questi documenti fondamentali e di un valore inestimabile), sono appunto
narrate le varie tappe di questa vicenda per alcuni versi allucinante. Vorrei tornare a ribadire che malgrado le promesse e questo grande gesto Cremona non gli ha ancora dedicato una piazza, una via, un monumento e che anche la Scuola di Liuteria che egli
aveva cercato di far nascere nacque ma 4 anni dopo la sua morte e con criteri completamente diversi da quelli da lui prospettati.
Torniamo comunque su questa vicenda perché pare, da notizie apprese di recente, che una piccola parte del
patrimonio stradivariano non fu dato a Cremona ma donato a due liutai, allievi del Fiorini.
La notizia è plausibile visto il protrarsi delle trattative, visto il fatto che il Fiorini aveva acquistato tutto il materiale risalente
a Stradivari, a Cozio di Salabue, alla marchesa Della Valle pagandolo profumatamente e che non era programmata da Cremona neppure una cerimonia degna della grande donazione ( Fu assente dalla stessa anche lo stesso Farinacci, il ras di Cremona, di solito
sempre in prima linea, con la scusa di un impegno a Roma inesistente, risultarono assenti molti musicisti locali e ci furono anche inutili, sterili polemiche per la scelta della musicista che avrebbe dovuto suonare durante la cerimonia
uno strumento del maestro )
I beneficiari di questa donazione anche se si tratterebbe di pochissimi attrezzi e calchi sarebbero stati Fernando Simone Sacconi e Arrigo Tivoli Fiorini, il nipote “ prediletto” che operò con lui
alcuni anni a Monaco di Baviera per poi tornarsene a San Remo dove era nato e dove morì. Notizie non confermate danno per certo contatti tra i nuovi proprietari del palazzo dove il liutaio ligure operò con il suo laboratorio e che sarebbe per
essere demolito con alcuni collezionisti per la vendita di questi “ cimeli” .
Di certo invece è che il materiale “ stradivariano” che Sacconi possedeva e che era finito al maestro Antonio Sgarbi
presso il quale il liutaio romano lavorò a Palermo tra il 1912 e il 1918 è finito in Giappone.
Un musicista e collezionista napoletano era riuscito a procurarselo unitamente ad un violoncello e ad un violino di
Sacconi e a tutta una serie di documenti sia di Sacconi, sia di Antonio Sgarbi interessantissimi e che saranno oggetto di una pubblicazione a breve riguardante i componenti della vernice e i sistemi per l’invecchiamento del legno.
Stando
alla sua testimonianza lo avrebbe anche offerto gratuitamente al nostro Museo Stradivariano ottenendo però un cortese rifiuto. Non si trattava certamente di materiale particolarmente interessante e non già anche posseduto comunque crediamo che
sarebbe stato opportuno oltre che utile fare alcune indagini e ricerche più approfondite prima di liquidare la faccenda in un breve e fugace incontro.
Morale della favola sia il violoncello Sacconi sia i “ reperti
stradivariani” hanno preso la strada del Giappone e questa volta non certo a titolo gratuito.
Gualtiero Nicolini
CONCERTO DEL M° FEDELI PER L'AISM A CREMA CON L'EX ADAMS COLLECTION STRADIVARI 1726
24 settembre, 2012
Una piccola
parte del suo “museo personale”, una cinquantina di strumenti raccolti nella sua lunga vita, costruiti, restaurati, rimessi in funzione e fatti tornare agli antichi splendori sono oggi in mostra a Pisogne. E’ un omaggio sincero, doveroso
a Mario Maggi un amico, ma soprattutto un “grande” della liuteria e divenuto tale per la sua passione, la sua competenza, per il suo grandissimo costante impegno.
Ed è proprio questo il significato che si è voluto dare alla
mostra in suo onore apertasi nei giorni scorsi nella Chiesa del Romanino di Santa Maria della neve a Pisogne, la ridente cittadina del lago d’Iseo divenuta, dopo Baveno e grazie all’Anlai, una delle “capitali della liuteria italiana”
perché ogni anno ospita il concorso internazionale di strumenti antichizzati e copie di strumenti antichi.
In due giorni, la rassegna è stata visitata da oltre 700 persone anche ovviamente per il flusso turistico del Romanino per le giornate
del trenino del lago ed anche, a maggior ragione, per l’esposizione nella stessa Chiesa dei “Grandi quartetti della liuteria italiana”, una occasione unica e difficilmente ripetibile che vede accomunati in questa mostra maestri liutai
del primo novecento tra i più grandi in assoluto da Garimberti a Utili a Sderci, Rocchi, Dario Vettori, Mario Barbieri e vari altri con le loro opere più significative.
Eppure il grande pubblico resta affascinato dal violino bastone in
uso nel primo ottocento da parte di aristocratici personaggi a Vienna o nella Baviera, dalla scatola sonante di Mozart, una specie carillon per cui il grande compositore scrisse dei brani per insegnare a cantare ai canarini. Ma ci sono pure chitarre storiche
di Vinaccia o Monzino, mandolini importanti, liuti, salteri, fisarmoniche e loro “antecedenti” strumenti dalle fogge stravaganti e costruiti con i materiali più strani ed infine anche alcune pregevoli riproduzioni di strumenti antichi del
figlio Sergio premiate in concorsi internazionali.
E così ritornano alla mente le mostre di Baveno nella Villa Fedora, quella nella Rocca Paolina di Perugia, quella nel teatro degli Industri di Grosseto oppure alla Fiera di Rimini ed in tanti
altri luoghi meno famosi e importanti in cui abbiamo esposto le sue opere accompagnate sempre dal suo entusiasmo e dalla sua voglia di coinvolgere specialmente i giovani che ne restavano affascinati.
Era sempre ovviamente solo una piccola
parte della sua collezione in cui spiccano anche un violino Amati, un’arpa del Ceruti accanto a centinaia e centinaia di aerofoni, cordofoni, vibrafoni, di scatole sonanti di tutte le forme dimensioni; opere raccolte, ricostruite, restaurate con amore
spassionato e mai per un intento veniale o commerciale ma solo per pura passione e studio.
Questo era Mario Maggi un uomo prima di tutto buono e appassionato, disponibile e poi anche un grande restauratore di strumenti musicali grazie
alle sue conoscenze musicali, alle sue capacità manuali e alla sua ottima liuteria. Si era diplomato in violino e viola ma suonava anche la viola da gamba e aveva insegnato alla Scuola di Liuteria ma il suo primo lavoro era stato quello di accordatore
di pianoforti presso gli Anelli poi la sua vita era stata solo dedicata alla famiglia e alla sua passione per la musica e gli strumenti musicali.
Strumenti accatastati in armadi, sotto i letti, in garage, in soffitta, in cantina e in ogni
angolo della sua casa in via Genala, ma trattati sempre con amore e tenuti sempre tutti in perfetta efficienza.
Scomparso da alcuni anni Mario rivive a Pisogne nel suo ricordo e nella sua passione con una piccola parte del suo “patrimonio”
che Cremona o forse qualche altra città che ama la musica dovrebbe davvero cercare di poter “sfruttare” anche solo come museo didattico” e/o per mettere in mostra dei tesori della musica e in alcuni casi anche dell’arte.
Liutai cremonesi per il primo esperimento “Abreu”
in Italia
20 luglio, 2011 // 0
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Ci sarà anche Cremona nel primo esperimento italiano del cosiddetto “sistema Abreu” in Sicilia, a Biancavilla con la Fondazione la “Città invisibile” di
Catania. L’iniziativa è del vulcanicoprofessor Gualtiero Nicolini, presidente dell’Anlai,che intende mobilitare i liutai in una iniziativa unica nel nostro Paese.
Centocinquanta orchestre giovanili
e 140 infantili, 250.000 tra bambini e ragazzi che hanno imparato a suonare uno strumento musicale e fanno parte di un’orchestra. Il ‘sistema Abreu’, cioè il progetto sociale e musicale messo a punto 32 anni fa in Venezuela da Josè
Antonio Abreu e sostenuto e ammirato dai più grandi musicisti, a cominciare da Claudio Abbado, ha prodotto “una resurrezione”. Ha strappato i giovani alle bande criminali, li ha riscattati da una situazione di miseria materiale e spirituale,
dando loro la forza per lottare per il proprio futuro e per quello delle persone vicine. Dal dicembre 2010, circa 200 bambini a Biancavilla, in Sicilia, hanno avuto accesso, in maniera assolutamente gratuita, a corsi di viola,
violino, violoncello, clarinetto, pianoforte e altri strumenti grazie alle lezioni, rigorosamente gratuite, tenute da quattro diversi maestri dell’Orchestra Giovanile Simon Bolivar del Venezuela e da due maestri
di Biancavilla. La scuola fornisce lo strumento e tutto il materiale didattico gratuitamente, i corsi sono no-profit e gratuiti. Ne sono coinvolti bambini e ragazzi dai 4 anni ai 14 anni che hanno dato vita all’Orchestra infantile
Bellini Dream Symphony; l’orchestra che si arricchisce ogni giorno di nuovi alunni, ha già eseguito una decina di concerti pubblici. Oltre ogni rosea immaginazione, con mezzi esigui, ma con molta buona volontà, sta generando
un circuito di passaparola tra i bambini e i ragazzi stessi. Esattamente come era accaduto 35 anni fa, nella lontana Caracas, con il primo nucleo fondato da Abreu.
A sostegno di questa splendida iniziativa, la sempre “vigile” ANLAI,
ancora nella persona del suo presidente, così come era avvenuto per l’Aquila donando strumenti al Conservatorio, è promotrice, tra i “ Soci eccellenti” e non, di una raccolta di strumenti da donare ai giovanissimi
“ emarginati”. E’ poi alla ricerca di liutai “esperti” per il “restauro” e la messa a punto gratuita degli strumenti del giovani orchestrali, e nel cuore una nuova splendida proposta: la creazione, in loco,
eventualmente di una “scuola di liuteria “ per giovani liutai, anche emarginati, che si impegnino però a non intraprendere la professione di liutaio, ma che si dedichino anch’essi a portare avanti questo meraviglioso
progetto.
Abreu, 65 anni ha ricevuto il Premio Unicef – Dalla Parte dei Bambini, come il nostro Mario Lodi, “Per aver dedicato tutta la sua vita alla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza e per essersi distinto nelle attività
di recupero, attraverso la musica, di ragazzi in situazioni di grave disagio”.
Abreu era partito con l’idea di riscattare i giovani del suo Paese e in ultima analisi il futuro stesso del Venezuela, ma la ‘Fundaciòn del Estado
para el Sistema de Orquesta Juvenile e Infantil de Venezuela’ è diventata molto di più, un modello per l’intero Sudamerica e in ultima analisi per tutti i Paesi, anche quelli ‘ricchi’ dell’Occidente. A fronte del
crescente disinteresse nei confronti della musica, l’entusiasmo dei giovani venezuelani, la loro bravura, costituisce un’indicazione luminosa. Tanto che le istituzioni musicali più sensibili, a cominciare dall’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia, si stanno già impegnando già da qualche anno per la costituzione di cori e di orchestre giovanili.
Suonare in un’orchestra, spiega infatti il maestro Abreu, è molto di più di studiare la musica. Significa
“entrare in una comunità, in un gruppo che si riconosce come interdipendente”, perseguire insieme uno scopo. Ecco perchè cambia la vita. Una lezione che Antonio Abreu ha appreso da suo nonno, un italiano che arrivava dall’isola
d’Elba.
Ecco quanto dichiarato lo scorso anno dal maestro Abreu al quotidiano “La Repubblica”.
E’ per questo retaggio familiare che dunque ha pensato che la musica potesse cambiare il futuro dei giovani del suo Paese?“Ho
voluto insegnare la musica ai bambini perchè sono un musicista, e non mi piaceva che la musica fosse ridotta a un passatempo per le minoranze, fosse diventata qualcosa d’elite. All’inizio il mio era soltanto un progetto sociale per i bambini
poveri, ma l’entusiasmo con il quale è stato accolto mi ha spinto a farlo diventare un vero e proprio progetto musicale”.
Come ha fatto a trovare i finanziamenti, in un Paese con le difficoltà del Venezuela?
“Ho
chiesto i soldi allo Stato. Li ho sempre ottenuti. Nessun governo mi ha fatto mancare il suo sostegno”.
Neanche l’ultimo?
“Neanche l’ultimo, anzi, il sistema sta andando avanti. Il nostro obiettivo è che
ogni città, ogni paese del Venezuela abbia la sua orchestra e il suo coro. E stiamo anche promuovendo lo stesso progetto negli altri Paesi dell’America Latina”.
Essere un economista, oltre che un musicista, l’ha aiutato
in questi 32 anni?
“Sicuramente, nel redigere i bilanci, nel tenere conto dei budget effettivi”.
Quanto costano le orchestre e le scuole di musica che fanno capo al sistema venezuelano?
“Quaranta milioni
di euro l’anno, la stessa cifra che viene spesa, per esempio, dal Teatro Massimo di Palermo”.
Il suo progetto ha avuto successo dall’inizio, non ci sono stati abbandoni da parte di qualcuno dei ragazzi che vi hanno aderito?
“Mai, non è mai successo”.
E davvero imparare a suonare ha permesso a tutti di trovare una propria strada nella vita?
“Sì, perchè la musica permette di crescere spiritualmente e mentalmente.
E’ l’arte che riesce a riconciliare la volontà e l’anima. Il giovane diventa artista ed ottiene un riconoscimento sociale, diventa l’orgoglio della famiglia e ha il suo riscatto”.